BIOGRAFIA DI FRANCO RICCI

Salvatore Sebastiano, in arte FRANCO RICCI, nacque a Napoli nel popoloso quartiere della Sanità il 18 febbraio del 1916.
Per le sue eccezionali qualità canore si fece notare e apprezzare fin da piccolo, tanto da essere conteso dalle chiese del quartiere.
Iniziò così la sua carriera lirica che conta diversi concerti al S.Carlo, tra cui il più emblematico fu il Requiem di Berlioz, diretto dal grande Dimitri Mitropulos, che presagì per il giovane un radioso futuro.
 
Sostenuto dalla madre, ma osteggiato inizialmente dal padre, che lo voleva nella fabbrica di famiglia, il giovane Salvatore seguì studi regolari e poi si iscrisse al Conservatorio di S.Pietro a Maiella, dove nel 1940 conseguì il diploma di canto.
Seguito con cura dal maestro Morelli, il tenore Sebastiano aveva acquisito una tecnica invidiabile cui si accompagnava un’ottima capacità interpretativa.
Ma la guerra incombeva e con essa giunse la chiamata alle armi. Alla fine del conflitto il giovane Salvatore, anche per motivi economici, abbandonò il mondo della lirica per intraprendere la carriera di cantante di musica leggera, invogliato da proposte allettanti che si concretizzarono subito, proiettandolo sulla ribalta nazionale ed internazionale.
Dopo una breve parentesi con piccole case discografiche napoletane, passò alla Columbia-Voce del Padrone, oggi EMI, con la quale incise oltre mille dischi, principalmente classici della canzone napoletana, ma anche canzoni nuove ed in lingua.
 
All’epoca, siamo ormai negli anni ’50, a Napoli era viva la Piedigrotta. Una tradizione antica, popolare e nobile che coinvolgeva tutta la popolazione in feste e sfilate di carri di cartapesta , che non aveva nulla da invidiare ai più famosi Carnevali, e che culminava in una parata di nuove canzoni napoletane affidate agli artisti più famosi, che con esse gareggiavano in una sorta di festival.
Franco Ricci partecipò a moltissime Piedigrotte ed a lui furono affidate numerose belle canzoni che portò al successo e che rimangono nella storia della Canzone Napoletana come Giuramento (Vian-Russo); Pasquale militare (Rendine-DeGregorio); Stelletella (Sebastiano e Landi-Fiorelli); Arri arri cavalluccio (Rendine-De Crescenzo) e tantissime altre.
 
Negli anni ’50 anche il Festival di Napoli godeva di grande prestigio e Franco Ricci vi partecipò, sempre riscuotendo grande successo e piazzando le sue canzoni ai primi posti. Vinse la prima edizione nel ’52 con Desiderio ‘e sole, in coppia con Nilla Pizzi.
 
Nel 1954, su richiesta del grande Totò, fu il primo cantante napoletano chiamato al Festival di San Remo, dove si piazzò al terzo posto con La barca tornò sola.
Nello stesso anno fu secondo al Festival di Napoli (con Tre rundinelle).
 
Portò il messaggio della canzone napoletana in tutto il mondo ed ebbe numerosi riconoscimenti importanti: fra i tanti ricordiamo la Caravella d’Oro nel’55 a Genova con Maurice Chevalier, l’ovazione che lo accolse a Parigi alla Salle Pleier e il grande successo riscosso alla Brooklin Accademy.
 
Al Festival di Napoli nel '56 fu terzo (con Dincello tu) e secondo nel '59 (foto) con Padrone d’o mare, canzone che diventò il suo simbolo e con la quale veniva salutato in tutti i teatri del mondo.
 
Numerose e sempre più frequenti tournèe tenevano Franco Ricci lontano dall’Italia: Stati Uniti, America latina, Africa settentrionale, Australia furono negli anni ’50 e ’60 mete di vari ed applauditissimi concerti in cui l’artista veniva riconosciuto come il portavoce dello spirito napoletano ed appezzato non solo dai nostri emigranti ma anche dalle popolazioni locali.
Nel corso della sua carriera fu spesso paragonato a Carlo Buti e riconosciuto erede di De Lucia, Caruso, Pasquariello e Parisi, ma si distinse sempre per la sua personalità incisiva e la sua interpretazione vibrante ed intensa, doti queste che fecero di lui un appassionato cantore di Di Giacomo, Bovio, De Curtis, Di Capua, Gambardella, E.A. Mario, Manlio
Tra le sue più belle incisioni ricordiamo Vierno, Granada, Te voglio bene assaie (attribuita a Donizetti), Santa Lucia, Funiculì Funiculà, Marechiaro, La luna nova, Carmela, Torna maggio, Torna a Surriento, Serenata a Surriento, ‘O mare ‘e Margellina, Tu ca nun chiagne, Ncoppa ‘a llonna, Santa Lucia luntana, ’O mare canta, Dicitencello vuie, Na sera ‘e maggio, Surriento d’ ‘e nammurate ed un’apprezzatissima Serenata di Pulcinella, cantata imitando la tradizionale voce della maschera napoletana.
 
Tra i suoi estimatori vi fu il grande Totò che incontrandolo gli chiedeva sempre di fargli sentire la sua "Malafemmina".
 
L’attività artistica di Ricci, però, non si limitò all’interpretazione dei brani di grandi artisti, infatti fu egli stesso compositore di brani gradevoli e di buon successo come Femmena ‘e lusso, la citata Stelletella e tante altre.
 
Fu anche interprete di vari film, tra i quali "Profumo di donna" di Dino Risi, nel quale fu coprotagonista col grande Vittorio Gassman; 'A rossa con Virna Lisi, ed esecutore di molte colonne sonore tra le quali ricordiamo Catene, interpretato da Amedeo Nazzari ed Yvonne Sanson, Napoli è sempre Napoli ed una brillante esecuzione di Carmè, Carmè (tu sola nun m' abbasti, m' ce ne vonn' tre) nel film Totò il turco napoletano.
Recitò per Roberto De Simone in "Festa di Piedigrotta" e in "Eden teatro" riscuotendo unanimi consensi.
 
Negli ultimi anni della sua vita si è dedicato alla composizione di versi ora arguti e divertenti ora appassionati e melanconici. Ma gran parte del suo tempo nell’ultimo decennio è stato dedicato alla pittura. Ricci, infatti, oltre che dipingere con buona tecnica ed inventiva si è messo in luce come "copiatore" dei grandi maestri dell’Impressionismo francese ed è stato protagonista di mostre personali e collettive in Italia e all’Estero.
 
Il 18 marzo del 1997 un improvviso malore ha privato la famiglia e gli amici di un uomo buono, onesto e riservato e Napoli di una delle sue più belle voci e di un grande ed appassionato interprete della sua anima artistica.
 
Questa Biografia è stata tratta senza alcuna rielaborazione dal sito :www.francoricci.com
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