Roberto Murolo nasce a Napoli il 19
gennaio 1912 (anche se la nascita viene registrata
quattro giorni più tardi, il 23), penultimo dei sette
figli di Lia Cavalli e di Ernesto Murolo (Napoli,
1876-1939), poeta, drammaturgo, giornalista e autore di
canzoni, tra cui Nun me scetà (1930), morto in miseria
nella sua città.
Tra i maggiori protagonisti della scena
musicale napoletana, nel periodo che va dal secondo
dopoguerra al 1960, trascorre la sua infanzia in un
salotto frequentato da Salvatore Di Giacomo, Ferdinando
Russo, Libero Bovio e Raffaele Viviani.
Studia chitarra e nel 1933, a Ischia, in
una delle prime esibizioni accompagna Vittorio De Sica
che canta E palumme.
Nel 1935, grazie alla sua passione per il
nuoto, vince addirittura i campionati nazionali
universitari, venendo premiato dal Duce in piazza
Venezia.
L'anno successivo inizia a cantare nel
gruppo vocale Mida Quartet, ispirato agli americani
Mills Brothers, con un repertorio di canzonette ritmate,
tra avanspettacolo e cabaret.
Alla voce di Murolo spetta il trombone,
Enzo Diacova e Alberto Arcamone imitano le trombe,
Amilcare Imperatrice il contrabbasso.
Il Mida Quartet trascorre all'estero otto
anni, dal 1938 al 1946, sbarcando il lunario tra teatri
e locali in Germania, Bulgaria, Grecia, Ungheria e
Spagna, proponendo un repertorio internazionale e di
canzoni italiane.
Tornato in patria dopo la fine della
guerra, Murolo inizia la carriera da solista in campo
concertistico e in quello discografico nel 1948,
esibendosi al Tragara Club di Capri.
La sua voce da sussurro, seducente e
intonata, valorizzata dall'uso del microfono, e il suo
stile da chansonnier d'altri tempi incontrano subito il
favore del pubblico. Canta Munasterio 'e Santa Chiara (Galdieri-Barberis,
1945), Tammurriata nera (Nicolardi-E. A. Mario, 1944),
Scalinatella (Cioffi-Bonagura, 1948) e altri successi
napoletani vecchi e nuovi, che raccoglierà in una
fortunata antologia.
La radio diffonde in tutta Italia la sua
voce attraverso i primi 78 giri della Telefunken-Durium,
e inizia anche l'attività cinematografica:
appare in Catene (1949), con la regia di
Raffaello Matarazzo, insieme ad Amedeo Nazzari e Yvonne
Sanson.
Nello stesso anno lavora nel film Paolo e
Francesca e l'anno dopo in Tormento, sempre di Matarazzo,
ma anche in altre pellicole dove compare solo come
cantante. Ancora
in Menzogna (1952) e Saluti e baci (1953), dove figura
accanto a Nilla Pizzi, Yves Montand, Giorgio Consolini e
Gino Latilla.
Nell'autunno del 1954 viene arrestato con
un'accusa ingiusta di molestie sessuali su un minore,
dalla quale uscirà completamente assolto, ma che gli
causa un lungo periodo di lontananza dai media,
impegnati in un'opera di completo ostracismo fino agli
anni Ottanta quando, grazie anche all'intervento di
alcuni estimatori, tra cui Peppino Di Capri e Renzo
Arbore, inizierà un periodo di "recupero" dell'artista.
A partire dal 1956 Murolo studia a fondo
il repertorio partenopeo dal 1200 ai giorni nostri, con
il contributo del chitarrista Eduardo Caliendo,
pubblicando poi Napoletana. Antologia cronologica della
canzone partenopea (1963).
Scrive anche canzoni in proprio: con il
musicista Nino Oliviero firma O ciucciariello (1951) e
con il musicista Renato Forlani Torna a vucà (1958),
Sarrà... chi sà! (1959), vincitrice del Festival di
Napoli, eseguita da Fausto Cigliano e Teddy Reno, e
Scriveme (1966).
Dopo la pubblicazione della sua
antologia, incide a partire dal 1969 quattro album
monografici intitolati I grandi della canzone
napoletana, dedicati ai poeti Salvatore Di Giacomo,
Ernesto Murolo, Libero Bovio e E. A. Mario.
A metà degli anni Settanta interrompe
l'attività discografica, ma non quella concertistica.
Nel 1989 è protagonista dello spettacolo
“Chitarre in concerto”, regia di Antonio Casagrande, cui
prendono parte i cantanti - chitarristi Egisto Sarnelli,
Tony Sigillo, Mario Maglione, Claudio Carluccio e
l’attore Franco Gargia.
In età avanzata torna alla ribalta con
l'album 'Na voce, 'na chitarra (1990), in cui interpreta
canzoni di altri autori, tra cui Spassiunatamente di
Paolo Conte,
Lazzari felici di Pino Daniele, Senza
fine di Gino Paoli, e anche duetti:
Caruso con Lucio Dalla al pianoforte, la
divertente Ammore scumbinato in coppia con l'amico Renzo
Arbore, oltre a Sta musica con Consiglia Licciardi e L'ammore
ca' nun vene, due testi firmati da Enzo Gragnaniello.
Gianni Cesarini ne racconta la vita in
Roberto Murolo - La storia di una voce. La voce di una
storia (Flavio Pagano Editore 1990) e in occasione del
suo ottantesimo compleanno esce "Ottantavoglia di cantare"
(1992).
Nel disco compaiono i duetti Don Raffaè,
con Fabrizio De André - che aveva interpretato La nova
gelosia nel suo album Le nuvole (1990) dopo averne
ascoltato la versione di Murolo - e Cu' mme, con Mia
Martini su testo di Enzo Gragnaniello, dove il timbro
baritonale di Murolo si fa insolitamente più profondo.
Nel disco interpreta anche Cercanno 'nzuonno, ancora con
Gragnaniello, Na tazzulella 'e cafè con Renzo Arbore e
Basta 'na notte con Peppino Di Capri.
Nel 1993 il trio Murolo, Martini e
Gragnaniello incide l'album L'italia è bbella, titolo
della canzone di Carlo Faiello con cui Murolo si
esibisce quell'anno al Festival di Sanremo.
Murolo e De André si esibiscono insieme
al concertone del Primo maggio 1993 in piazza San
Giovanni, a Roma.
In seguito l'artista pubblica Tu si' 'na
cosa grande (1994), tributo a Domenico Modugno,
accompagnato dai migliori esponenti della musica
napoletana del momento: Lina Sastri, la Nuova Compagnia
di Canto Popolare, Pietra Montecorvino, Eugenio Bennato,
Enzo Avitabile, Enzo Gragnaniello e Tony Esposito, su
arrangiamenti di Adriano Pennino; incide poi nell'album
Anema e core (1995) i brani Dicitencello vuje (Fusco-Falvo,
1930) e Anema e core (Manlio-D'Esposito, 1950) con la
cantante Amália Rodrigues, la grande interprete del fado
portoghese con la quale aveva già cantato nel marzo del
1974, al Teatro Politeama di Napoli.
Nominato grande ufficiale della
repubblica per i suoi meriti artistici e da tutti
definito maestro della canzone napoletana, ha una lunga
discografia dove il capitolo più recente è Ho sognato di
cantare (2002), undici canzoni d'amore realizzate con
autori e musicisti della sua città - Enzo Gragnaniello,
Daniele Sepe, Gigi De Rienzo e lo scrittore-attore Peppe
Lanzetta - anticipato dal singolo Mbriacame scritto da
Mimmo Di Francia, l'autore di Champagne e di vari
successi napoletani, tra cui Ammore scumbinato.
Nel marzo 2002, durante il Festival di
Sanremo, Murolo riceve il premio alla carriera,
riconoscimento assegnato nel 2000 a Tony Renis e nel
2001 a Domenico Modugno, alla memoria. In occasione del
suo novantesimo compleanno Rai Sat Album gli dedica lo
special Roberto Murolo Day - Ho sognato di cantare,
ideato e condotto da Renzo Arbore, per la regia di
Alessandra Rinaldi.
Scompare nella notte tra il 13 e il 14
marzo 2003 a Napoli, nella sua casa del Vomero.
Pubblichiamo qui sotto un bell'articolo proprio su di
lei, tratto da uno storico numero di "Sorrisi e canzoni" del Febbraio
1954