Museo Virtuale del Disco e dello Spettacolo
Radio Il Discobolo
Fred Buscaglione
Ferdinando Buscaglione, in arte Fred (nato il 23 novembre 1921), è stato il cantante
più innovativo degli anni cinquanta. In un'epoca in cui la musica leggera italiana era
ancora legata a motivi dei decenni precedenti o a rime banali trite e ritrite,
Buscaglione irrompe sulla scena con canzoni completamente diverse, come "Che
bambola!", "Teresa non sparare", "Eri piccola così". Anche il suo personaggio era
completamente diverso: niente aria ispirata e sofferente, nessun gesto romantico o
d'effetto con le braccia. Si presentava in scena invece come un personaggio da film,
con la sigaretta all'angolo della bocca, i baffetti da gangster e le pose da duro viste nei
polizieschi americani.
La leggenda metropolitana narra che in gioventù Buscaglione abbia fatto lo
scaricatore al porto di Genova, forse per una sovrapposizione con l'attore che nei
primi anni del novecento aveva avuto successo come Maciste e "camallo" lo era stato
davvero. Buscaglione, in realtà, era di Torino e aveva seguito studi musicali assai
severi. Una formazione musicale duplice, la sua: da un lato gli studi presso il
Conservatorio Verdi, dall'altro un apprendistato, ancora adolescente, come
contrabbassista in orchestrine jazz nei locali notturni della sua città.
Alla fine della guerra è dunque molto attivo sulla scena musicale torinese, suonando
in complessi che annoveravano alcuni tra i più importanti jazzisti dell'epoca. L'inizio
della sua carriera di cantante si deve all'amico nonché avvocato Leo Chiosso che
spingerà Fred ad interpretare lo stesso personaggio confezionato nei loro testi. Un
personaggio che mette a macchietta i luoghi comuni sul "vero uomo" americano, un
po' Clark Gable un po' Humphrey Bogard, un duro dal cuore tenero assai sensibile
alle maggiorate: il tutto trasferito e riletto in chiave provinciale, all'italiana, senza
rinunciare all'immancabile sigaretta nell'angolo della bocca che fa molto America. Si
tratta insomma di una parodia elegante e distaccata, intrisa di ironia, anche se il
confine tra immedesimazione nel personaggio e rivisitazione ironica è sicuramente
molto sfumato. A questa ambiguità contribuisce senz'altro lo stile di vita dello stesso
Buscaglione, quasi una fotocopia di tutto quello che si ritrova nei racconti hard boiled
d'oltreoceano, compreso l'amore smisurato per l'alcol (e ovviamente le donne). Gran
bevitore, Buscaglione ha però sempre evitato di cadere nella trappola dell'alcolismo,
anche perché reggere l'alcol è uno dei segni del "vero" duro.
Leo Chiosso intanto insiste perchè Fred incida le canzoni che hanno scritto insieme.
Ad introdurli nel mondo discografico è Gino Latilla, anche lui torinese, per il quale la
coppia ha scritto "Tchumbala-Bey". Sono soprattutto i giovani a cogliere per primi la
ventata di novità introdotta dal duo, oltre a contribuire alla formazione del "mito
Buscaglione", premiando le sue canzoni, in tempi di assoluta assenza di battage
pubblicitario, con vendite calcolate in circa 980.000 copie di 78 giri, cifra iperbolica
per l'epoca. E tenendo in considerazione che l'Hit Parade radiofonica ancora non
esisteva... Buscaglione nel giro di poco tempo entra quindi nell'Olimpo degli artisti
più ambiti: lavoro talvolta con formazioni altrui, talvolta con gruppi da lui costituiti e
suona molto spesso con musicisti di spessore. E' proprio durante un ingaggio al
Cecile di Lugano che incontra la donna della sua vita: Fatima Ben Embarek, una
diciottenne marocchina che si cimentava in numeri di alta acrobazia e contorsionismo
nel Trio Robin's.
Il "personaggio" Buscaglione, insomma, si impone come un vero e proprio "cult",
capace di promuovere imitazioni e modi di fare. Gioco o finzione che sia, sta di fatto
che il cantante avvalorava come detto l'immedesimazione anche con comportamenti e
"status simbol", ad esempio andando in giro con una Thunderbild rosa confetto
holliwoodiana, in un Paese, l'Italia, in cui dominavano le Topolino e le Seicento.
Ed è proprio a bordo di quella macchina che, all'apice della parabola, va a schiantarsi
alle 6.30 di un freddo mercoledì di febbraio del 1960, contro un camion carico di tufo
in una strada del quartiere romano dei Parioli. Gli operai a quell'ora andavano a
lavorare, lui rientrava da una notte di bisboccia. Una vita al massimo, insomma, sia
nella finzione che nella realtà, e una morte tragica che ha proiettato Fred Buscaglione
direttamente nel mito.
(Massimo Baldino)