
IL DISCOBOLO
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IL DISCOBOLO
Museo virtuale del Disco
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ne Il maestro di musica, diretto dal maestro Previtali e ne L’arazzo, per tenore e so-
prano, di Adriano Lualdi; propone un vasto repertorio di romanze dell’Ottocento, ac-
compagnato dall’orchestra da camera del maestro Mancini; prende parte alla fiaba
musicale di Luigi Antonelli, I diavoli della foresta, per la regia di Luigi Maggi e, sal-
tuariamente, si concede anche alla canzone. Nel 1938 entra a far parte della prestigio-
sa Compagnia di Operette dell’EIAR: così, per la regia di Tito Angeletti, accompa-
gnato dall’orchestra di Adolfo De Vecchi, prende parte a numerosi allestimenti radio-
fonici, fra cui Mugika di Valente e Tagliaferri, Il paese dei campanelli di Lombardo,
La romanza di Liszt di Komjati, Primavera scapigliata di Strauss, Dall’ago al milio-
ne di Dell’Argine, Paganini di Lehar, Addio Giovinezza! di Pietri, Il Pierrot nero di
Hajos. Nello stesso anno ottiene anche la grande affermazione nel campo della musi-
ca leggera: con il concorso del trio Lescano lancia la celebre Ma le gambe, che diven-
ta il suo più grande successo. Da questo momento si dedica con assiudità alle canzo-
nette, cogliendo una serie di interpretazioni che gli conferiscono una notevole popola-
rità: Serenata del somarello, L’ultima canzone, Domani, Stanotte con te, Fiamma
d’amore, Segui il ritmo (ancora con le Lescano), Fronna frunnella, Illusione (versio-
ne italiana di Deep purple), Alborada nueva, Dolce sogno, Porta chiusa. Incide nu-
merosi 78 giri per la Cetra- Parlophon, accompagnato dalle formazioni di Pippo Bar-
zizza e Saverio Seracini, con il quale si esibisce spesso anche alla radio. Nel 1939 i-
naugura la stagione lirica dell’EIAR interpretando, al fianco di Tancredi Pasero e Ga-
briella Gatti, I Vespri Siciliani di Giuseppe Verdi, accompagnato dall’orchestra Previ-
tali. Nello stesso periodo, forma, con il maestro Umberto Chiocchio, un duo pianisti-
co molto affiatato, che raccoglie ampi consensi fra i radioascoltatori. Al culmine della
popolarità, si dedica anche alla composizione, scrivendo alcune celebri canzoni di
successo come Non dirmi amor (su testo di Sopranzi), Piove (su testo di Bracchi), Zì
prevete (su testo di Dino Verde). Continua ad esibirsi ai microfoni dell’EIAR, alter-
nandosi tra le orchestre di Armando Fragna, per la musica leggera e quelle di Rugge-
ro Maghini e Cesare Gallino, per la musica classica. Nel 1942, lascia l’ente radiofo-
nico e gira la Penisola con lo spettacolo di rivista Radiovarietà, assieme al comico
Dino Valdi, imitatore di Totò. Dopo l’8 settembre si ritira a Napoli, dove si sposa con
la cantante Dora Imperio e mette su famiglia. Nel dopoguerra, si dedica
all’insegnamento ed apre, nel capoluogo campano, una prestigiosa scuola di canto;
Nunzio Gallo, Aurelio Fierro, Marisa Del Frate, Lino Cavallaro, Mario Da Vinci,
Peppino Gagliardi, Massimo Ranieri sono tra i suoi allievi più famosi. Tra le sue pas-
sioni c’è anche la fotografia. Torna alla ribalta delle cronache musicali nel febbraio
del 1959, quando querela Domenico Modugno e la sua Piove (canzone vincitrice del