Enzo
A
Vincenzo Aita nasce ad
Acireale
Catania, il 5 aprile 1903.
A soli tre anni em
con
la famiglia, rovinata dai debiti di gioco di
nonno Ma
rio, a New York, d
avviare un’industria di pasta. Dotato di una bella
voce da tenore legge
ro, inizia a
letto, in qualche ce
rimonia rel
proiezione
laurea, a Brooklyn, in S
cienze
ciali. Successivamente, co
n
can
to e pianoforte e torna in Italia per affinare i
suoi studi con il celebre tenore Fernando De Lucia. P
tro Bellini di Roma nella
Cavalleria Rusticana
compagnia ini
zia una tournée che tocca le principali città it
America e inizia ad esi
birsi come tenore di opere liriche e concert
da for
mazioni di prim’ordine, fra cui la Philadelphia O
canta in ita
liano, tedesco, francese e giapponese e, in breve te
sensi, arri
vando persino a esibirsi al prestigioso Metr
da mol
ti come il degno successore di Enrico Caruso. Nello stesso p
fisionomici, tipi
camente mediterranei, lo portano a vincere il co
Fox per trovare l’erede di Rodolfo Valentino: a
propria candida
tura a causa di alcuni disaccordi con la direzione, che vuole sottoporlo
a dei tratta
menti estetici per accentuare la s
davanti ai mi
crofoni radiofonici, trasmettendo dalla W.A.B.C. C
York. Affascinato poi dal j
azz, forma un proprio complesso
dai micro
foni della stazione di Philadeolphia. A s
l’azienda paterna in
contra numerosi problemi fina
Tornato in Pa
tria nei primi anni Trenta, preferisce dedicarsi alloperetta, formando
una propria compagnia ed esibendosi nei maggiori teatri italiani, scritt
altri, anche un giovane Vittorio De Sica. Nel 1935, un funzionario dellEIAR
mentre can
ta al teatro Adriano di Roma (dove Aita sostituisce Gi
Rigoletto
di Verdi) e gli propone un con
grande successo e di enormi soddisfazioni: si fa apprezzare per le sue interpretazioni
IL DISCOBOLO
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IL DISCOBOLO
Museo virtuale del Disco
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A
ita
Acireale
, in provincia di
A soli tre anni em
igra
la famiglia, rovinata dai debiti di gioco di
rio, a New York, d
ove il padre decide di
avviare unindustria di pasta. Dotato di una bella
ro, inizia a
d esibirsi, per di-
rimonia rel
igiosa e durante la
di alcuni film muti. Nel frattempo si
cienze
Economiche e So-
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segue il diploma in
to e pianoforte e torna in Italia per affinare i
suoi studi con il celebre tenore Fernando De Lucia. P
o
co tempo dopo, debu
Cavalleria Rusticana
di Pietro Masc
a
zia una tournée che tocca le principali città it
a
liane. Nel 1926, torna in
birsi come tenore di opere liriche e concert
mazioni di primordine, fra cui la Philadelphia O
rchestra, di
retta da Stocowsky;
liano, tedesco, francese e giapponese e, in breve te
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po, otti
vando persino a esibirsi al prestigioso Metr
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politan di New York,
ti come il degno successore di Enrico Caruso. Nello stesso p
camente mediterranei, lo portano a vincere il co
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Fox per trovare lerede di Rodolfo Valentino: a
mmesso alle sele
zioni fina
tura a causa di alcuni disaccordi con la direzione, che vuole sottoporlo
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miglianza. Nel 1929
crofoni radiofonici, trasmettendo dalla W.A.B.C. C
azz, forma un proprio complesso
con
foni della stazione di Philadeolphia. A s
e
guito della grande crisi del 1929,
contra numerosi problemi fina
n
ziari che la portano al fallim
tria nei primi anni Trenta, preferisce dedicarsi all’operetta, formando
una propria compagnia ed esibendosi nei maggiori teatri italiani, scritt
altri, anche un giovane Vittorio De Sica. Nel 1935, un funzionario dellEIAR
ta al teatro Adriano di Roma (dove Aita sostituisce Gi
o
vanni Malipiero nel
di Verdi) e gli propone un con
tratto ra
diofonico. Inizia per lui un periodo di
grande successo e di enormi soddisfazioni: si fa apprezzare per le sue interpretazioni
co tempo dopo, debu
tta al tea-
a
gni; con la stessa
liane. Nel 1926, torna in
birsi come tenore di opere liriche e concert
ista, accompagnato
retta da Stocowsky;
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ene ampi con-
politan di New York,
indicato
ti come il degno successore di Enrico Caruso. Nello stesso p
eriodo, i suoi tratti
n
corso indetto dalla
zioni fina
li, ritira la
tura a causa di alcuni disaccordi con la direzione, che vuole sottoporlo
miglianza. Nel 1929
, fa il suo debutto
crofoni radiofonici, trasmettendo dalla W.A.B.C. C
olumbia di New
il quale si esibisce
guito della grande crisi del 1929,
ziari che la portano al fallim
ento.
tria nei primi anni Trenta, preferisce dedicarsi alloperetta, formando
una propria compagnia ed esibendosi nei maggiori teatri italiani, scritt
urando, fra gli
altri, anche un giovane Vittorio De Sica. Nel 1935, un funzionario dell’EIAR
lo nota
vanni Malipiero nel
diofonico. Inizia per lui un periodo di
grande successo e di enormi soddisfazioni: si fa apprezzare per le sue interpretazioni
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ne Il maestro di musica, diretto dal maestro Previtali e ne L’arazzo, per tenore e so-
prano, di Adriano Lualdi; propone un vasto repertorio di romanze dell’Ottocento, ac-
compagnato dall’orchestra da camera del maestro Mancini; prende parte alla fiaba
musicale di Luigi Antonelli, I diavoli della foresta, per la regia di Luigi Maggi e, sal-
tuariamente, si concede anche alla canzone. Nel 1938 entra a far parte della prestigio-
sa Compagnia di Operette dell’EIAR: così, per la regia di Tito Angeletti, accompa-
gnato dall’orchestra di Adolfo De Vecchi, prende parte a numerosi allestimenti radio-
fonici, fra cui Mugika di Valente e Tagliaferri, Il paese dei campanelli di Lombardo,
La romanza di Liszt di Komjati, Primavera scapigliata di Strauss, Dall’ago al milio-
ne di Dell’Argine, Paganini di Lehar, Addio Giovinezza! di Pietri, Il Pierrot nero di
Hajos. Nello stesso anno ottiene anche la grande affermazione nel campo della musi-
ca leggera: con il concorso del trio Lescano lancia la celebre Ma le gambe, che diven-
ta il suo più grande successo. Da questo momento si dedica con assiudità alle canzo-
nette, cogliendo una serie di interpretazioni che gli conferiscono una notevole popola-
rità: Serenata del somarello, L’ultima canzone, Domani, Stanotte con te, Fiamma
d’amore, Segui il ritmo (ancora con le Lescano), Fronna frunnella, Illusione (versio-
ne italiana di Deep purple), Alborada nueva, Dolce sogno, Porta chiusa. Incide nu-
merosi 78 giri per la Cetra- Parlophon, accompagnato dalle formazioni di Pippo Bar-
zizza e Saverio Seracini, con il quale si esibisce spesso anche alla radio. Nel 1939 i-
naugura la stagione lirica dell’EIAR interpretando, al fianco di Tancredi Pasero e Ga-
briella Gatti, I Vespri Siciliani di Giuseppe Verdi, accompagnato dall’orchestra Previ-
tali. Nello stesso periodo, forma, con il maestro Umberto Chiocchio, un duo pianisti-
co molto affiatato, che raccoglie ampi consensi fra i radioascoltatori. Al culmine della
popolarità, si dedica anche alla composizione, scrivendo alcune celebri canzoni di
successo come Non dirmi amor (su testo di Sopranzi), Piove (su testo di Bracchi),
prevete (su testo di Dino Verde). Continua ad esibirsi ai microfoni dell’EIAR, alter-
nandosi tra le orchestre di Armando Fragna, per la musica leggera e quelle di Rugge-
ro Maghini e Cesare Gallino, per la musica classica. Nel 1942, lascia l’ente radiofo-
nico e gira la Penisola con lo spettacolo di rivista Radiovarietà, assieme al comico
Dino Valdi, imitatore di Totò. Dopo l’8 settembre si ritira a Napoli, dove si sposa con
la cantante Dora Imperio e mette su famiglia. Nel dopoguerra, si dedica
all’insegnamento ed apre, nel capoluogo campano, una prestigiosa scuola di canto;
Nunzio Gallo, Aurelio Fierro, Marisa Del Frate, Lino Cavallaro, Mario Da Vinci,
Peppino Gagliardi, Massimo Ranieri sono tra i suoi allievi più famosi. Tra le sue pas-
sioni c’è anche la fotografia. Torna alla ribalta delle cronache musicali nel febbraio
del 1959, quando querela Domenico Modugno e la sua Piove (canzone vincitrice del
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Festival di Sanremo di quell’anno), rivendicando la priorità del titolo del motivo; il
tribunale gli ragione e Modugno è costretto a modificare il titolo della sua compo-
sizione in Ciao ciao bambina. Nel 1964, Vittorio De Sica si ricorda di lui e lo vuole
per un cameo nel film Matrimonio all’italiana, al fianco di Sophia Loren e Marcello
Mastroianni, dove interpreta il ruolo del sacerdote don Alfonso. Muore a Napoli il 17
aprile 1971.
Alessandro Rigacci
a.rigacci@alice.it