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IL DISCOBOLO
IL DISCOBOLOIL DISCOBOLO
IL DISCOBOLO
Museo virtuale del Disco
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Kramer che gli affida il lancio di due sue composizioni, che si rivelano da subito dei
grandi successi: Prime lacrime e Un giorno ti dirò; poco tempo dopo, assieme a una
formazione di cui fanno parte lo stesso Kramer, Libero Massara, Romero Alvaro, Ni-
no Impallomeni e Ubaldo Beduschi, lancia, con lo pseudonimo corale di Circolo
dell’Ambasciata di Milano, la famosa Crapa pelada, canzone vittima della censura
fascista. Nel 1937, torna a far sentire la sua voce dai microfoni dell’EIAR, rinnovan-
do la sua straripante popolarità; definito “il cantante dalla voce di zucchero”, precur-
sore del genere confidenziale, dotato di uno stile dolce, sussurrato e moderno nel ri-
fiuto di trilli e gorgheggi, vanta un repertorio copioso che spazia dai valzer (Sui monti
della Luna) alle mazurke (La mazurca di Carolina), dai ritmi un po’ più swinganti
(Per te io vivrò, Lambeth walk, Un quartierino sul grattacielo), ai brani sentimentali
(Nulla, Tu cosa farai di me?, Sussurro d’amore cover dell’americana In the still of
the night), fino ad arrivare al tango, genere in cui è considerato un vero e proprio spe-
cialista: Arrivederci bambina, Donde estas corazon, Tango di Marilena, Vi vorrei ve-
dere ancora, Il più bel tango. Incide numerosi dischi per la Cetra- Parlophon. Ebreo
praticante, la pubblicazione delle Leggi Razziali del 1938, pone la parola “fine” alla
sua carriera radiofonica. Si dedica, quindi, al teatro di rivista, prendendo parte, nel
1939, ad un varietà nel quale si esibiscono anche Enzo Aita, Miryam Ferretti e
l’orchestra Grassi; nel 1940, è tra i protagonisti dello spettacolo Sidet Faville 1940, al
fianco del Quartetto Funaro e di Gorni Kramer. Successivamente, fino a quando gli
eventi bellici glielo permettono, si esibisce sotto falso nome in vari locali di Torino e
di Milano, poi, nel 1942, è costretto a rifugiarsi in Svizzera, dove finisce a spaccare
legna in un campo di lavoro. Torna sui suoi passi nel 1945, quando, dai microfoni di
Radio Monteceneri annuncia la fine della guerra, intonando, in duetto con Maddalena
Sanvido, Mattinata fiorentina, accompagnato dall’orchestra di Fernando Paggi. Rien-
trato a Milano, registra per la Cetra, diretto dal Maestro Beppe Mojetta, alcuni motivi
inglesi come Over the rainbow e Sweet and lovely, che ottengono buoni consensi. Nel
1947, partecipa allo spettacolo di rivista Ballo di primavera al fianco di Wanda Osi-
ris; l’anno successivo, dopo una breve parentesi con l’orchestra Di Cunzolo, con la
quale si esibisce nei dancing torinesi, entra a far parte del primissimo complesso di
Fred Buscaglione. Sempre nello stesso anno, passa con la formazione di Bruno Qui-
rinetta, con la quale inaugura La Bussola di Focette e La Capannina di Forte dei
Marmi ed allieta intere stagioni de La Storia di Milano; sempre con Quirinetta parte-
cipa, nel 1949, alla pellicola di Giorgio Ferroni, Vivere a sbafo. Nel 1952, diventa la
voce del complesso Franco e i G.5, col quale rimane per ben cinque anni, cogliendo
numerosi successi ed esibendosi nelle più famose sale da ballo della Penisola. Con-