IL DISCOBOLO
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IL DISCOBOLO
Museo virtuale del Disco
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per la Cetra-Parlophon, diretta dal maestro Carlo Zeme. Nel 1943, prende parte alla
pellicola di Giorgio Ferroni Arcobaleno, film che purtroppo, a causa degli eventi bel-
lici, non viene mai distribuito. In questo periodo si lega sentimentalmente
all’impresario Maino col quale, in seguito agli avventimenti dell’8 settembre, si ritira
in provincia di Varese fino alla fine delle ostilità. Torna sui suoi passi nell’ottobre del
1945, quando partecipa, al fianco di Totò, alla rivista Eravamo sette sorelle di Gal-
dieri. Due anni più tardi è, assieme a Carlo Dapporto, protagonista del varietà Chic-
chirichi di Gelich, Bracchi e D’Anzi; sempre nel 1947, firma un contratto discografi-
co con la Odeon ed incide, in coppia con Luciano Tajoli, il brano La valle dei sogni.
Nel 1948, ancora in compagnia di Carlo Dapporto, mette in scena Buon appetito rivi-
sta di Michele Galdieri, nella quale lancia la composizione Perché non sognar, che
diventa il suo più grande successo; purtroppo, dopo un anno di applauditissime repli-
che è costretta, a causa di alcuni problemi di salute, ad abbandonare lo spettacolo e
viene sostituita da Lucy D’Albert. Nel 1950, chiamata dall’amico Michele Galdieri,
torna in ottima forma a recitare nel varietà Snob, ancora una volta al fianco di Dap-
porto. Nel 1951, conquista i palcoscenici di Parigi con la rivista Votate per Venere di
Vergani e Falconi, al fianco di Erminio Macario ed Elena Giusti; presentasi in scena
con un completo di smeraldi, passa alla storia come la “Regina dei gioielli”: ninnoli
in platino, oro, diamanti e perle vengono, infatti, creati appositamente per lei da Alfio
Libio, così come i suoi 150 abiti sono cuciti su misura dall’importante casa milanese
Biki. Il 26 luglio 1952 (giorno della morte di Evita Peron), firmato un contratto con la
Cinzano, sbarca in Argentina, dove si esibisce nei più rinomati palcoscenici locali e
canta ai microfoni di Radio Belgrano. Al culmine della popolarità, l’Alfa Romeo la
vuole per pubblicizzare alcune autovetture. Nel 1953, tornata in Patria, partecipa allo
spettacolo di Amendola e Maccari Baracca e burattini, con Lauretta Masiero e Carlo
Dapporto; all’interno del varietà, lancia la composizione di Frustaci, Semplicità. Il
successo della rivista è tale che il regista Sergio Corbucci la scrittura per farne un
lungometraggio che mantiene titolo ed interpreti originali, affiancando loro il cantan-
te Narciso Parigi. Nel 1954, omaggia l’amico Carlo Dapporto, prendendo parte alla
trasmissione radiofonica Speciale Dapporto; nello stesso anno, è tra i protagonisti del
varietà Siamo tutti dottori di Age, Scarpelli e Verde, al fianco di Billi e Riva. Nel
1955, dopo un anno di fortunate repliche, decide, improvvisamente, di ritirarsi dalle
scene: a soli trentasette anni lascia, apparentemente senza rimpianti, l’ambiente tea-
trale; la radio la celebra dedicandole il programma, in più puntate, Dalla passerella al
microfono: Delia Lodi. Si stabilisce a Milano e rifiuta qualsiasi rentrée nel mondo
dello spettacolo. Rompe il silenzio soltano all’alba del nuovo millennio, quando ac-