Tino Rossi
Figlio di un sarto (Laurent) e di una stiratrice, Tino Rossi
(all’anagrafe Costantin Rossi) nasce ad Ajaccio (Corsica) il
29 aprile 1907.
Appena quindicenne, comincia a comporre canzoni, che di
sera canta nei locali di Ajaccio, accompagnadosi con la
chitarra che gli hanno regalato i genitori, contentandosi della
cena e delle mance dei clienti.
Intorno al 1928, parte per Marsiglia in cerca di fortuna. E,
per alcuni anni, conduce una vita piuttosto dura.
La mattina presto, si adopera come scaricatore di navi,
durante il giorno lavora come barista e la sera si trasforma in
cameriere nei ristoranti del porto, alternando il servizio ai tavoli con esibizioni canore,
facendo particolarmente presa sul pubblico femminile con le sue romantiche ballate.
Nel 1930, si trasferisce a Parigi, dove
continua a fare il cameriere e a esibirsi nei locali di periferia.
Nello stesso tempo segue gli spettacoli di cabaret della Costa Azzurra, facendosi
conoscere e apprezzare cantando melodie celebri in francese, in corso e in italiano,
proponendo preferibilmente classici napoletani (Reginella, Chiove, Te voglio bene
assaje, Tu can un chiagne, Tarantelluccia).
Alla fine del 1931, trova un impiego presso il reparto confezioni e spedizioni della
Columbia. Nonostante non gli faccia incidere dischi, la famosa casa discografica gli
permette di partecipare a manifestazioni canore accanto a stelle di prima grandezza,
come Lucienne Boyer, Mireille Hartuch, Damia, Jean Sablon.
Con la sua figura atletica, il viso da divo che ricorda vagamente Rodolfo Valentino, la
voce calda e sensuale innervata di swing, durante uno di questi spettacoli, fa colpo su
un eccentrico miliardario americano, detto la Môme Moineau, il quale lo ingaggia per
tre mesi come intrattemitore degli ospiti che affollano le numerose feste che organizza
sul suo yacht, riempiendolo di attenzioni, di gioielli e di un ricco guardaroba.
Nel 1932, per fare un regalo alla madre, registra a proprie spese alcuni pezzi ispirati al
folclore della propria terra.
Nel 1933, il direttore artistico della Parlophone gli fa incidere il primo disco ufficiale,
contenente Ninna nanna e ’O ciucciariello. L’ottimo riscontro sul mercato discografico
ottenuto dal settantotto giri gli procura l’ingresso all’Alcazar di Marsiglia, dove viene
scritturato per cinquecento franchi alla setttimana.
Qualche mese più tardi, il contratto che firma con la Columbia risulta il passaporto per
il successo internazionale, che diventa inarrestabile, grazie anche all’incontro con
Vincent Scotto, autore delle sue prime affermazioni, il cui sodalizio artistico si
protrarrà per molti anni.
Raggiunta la fama di latin lover, come lo definisce la stampa rosa del tempo, diventa
popolarissimo interprete di operette, parodie e commedie musicali, fra le quali Parade
de Françe (1934), Tout Pars chante (1936), Naples au baiser de feu (1937), Le temps
des guitares (1963).
A consolidare la sua fama di rubacuori, contribuisce non poco il cinema, che lo vede
protagonista di ben venticinque film, di cui, il più interessante resta Versailles
m’était conté (1954), diretto da Sacha Guitry.
Nel 1939, alla vigilia dell’occupazione di Parigi da parte della Germania nazista,
incide, in francese, una versione di Tristesse (romanza tratta dallo Studio op. 10 n. 3 di
Chopin), che gli procura una tale popolarità, che il pubblico comincia a chiamarlo
familiarmente Tintin.
Nel 1944, nel periodo dell’epurazione, viene arrestato con l’accusa di aver continuato a
cantare durante la guerra, e condotto nel carcere di Fresnes, nei pressi di Parigi, ma
viene rilasciato pochi giorni dopo, ricevendo le scuse del governo francese.
Dopo un primo matrimonio contratto intorno alla metà degli Anni Trenta (dal quale
nasce la figlia Pierrette) e una burrascosa relazione con l’attrice Mireille Balin, nel
1974 sposa la danzatrice Lilia Vetti.
Nel 1982, dopo essere stato nominato Commendator della Legion d’onore dal
presidente François Mitterrand per “il suo contributo alla diffusione della cultura
francese”, appare per l’ultima volta in pubblico al Casino de Paris.
Si spegne a Neuilly-sur-Seine (Parigi) il 20 settembre 1983.
Idolo incontrastato dei giovani della pro-pria generazione, nel suo mezzo secolo di
carriera ha inciso oltre mille canzoni (compresi testi di Jules Massenet, Reynald Hahn,
Paul Eluard e altri), e venduto la sbalorditiva cifra di trecento milioni di dischi in tutto
il mondo, battendo qualsiasi record di tutti gli artisti francesi.
A cominciare dal Tango di Marilou, registrato nel 1933, i suoi successi si chiamano
Vieni vieni, Chanson pour Nina, Parlami d’amore Mariù, Tornerai, Ma ritournelle,
Méditerranée, Marinella, Destins, Ave Maria di Charles Gounod, Mon primtemps
(cover di
Raymond Asso), Arrivederci Roma, Le marchand de soleil, Nel blu dipinto di blu, Ma
dernière chanson sera comme la premieère, J’avais 20 ans e molti altri.
Nel suo repertorio, anche un nutrito numero di canzoni napoletane, cantate ora in
francese, ora in lingua originale.
Ecco alcuni titoli: Catarì Catarì, O mia bella Napoli, Tarantella, Luna rossa, Chi
è ’nnammurato ’e te, ’O sole mio, ’Na voce ’na chitarra e ’o poco ’e luna, Te voglio
bene tanto tanto (di Renato Rascel), Santa Lucia, La madonna de Sorrento,
Desiderio ’e sole, Isle of Capri, Luna caprese, Le rues de Naples.
Enzo Giannelli