Così al contrario degli Stati Uniti ove i Beatles mutarono drasticamente le mode e le
tendenze musicali, senza però intaccare minimamente lo stile e la valenza artistica dei
vari Frank Sinatra o Nat King Cole, qui da noi ogni rivoluzione avviene mandando
anzitempo al macero tutto ciò che di unico, prezioso e consolidato la nostra musica ha
espresso sino a quel momento. Avvenne così per i cantanti dell’EIAR degli anni
quaranta. Avvenne così per gli interpreti che si trovarono a vivere l’avvento del beat.
Furono costretti da quel momento in poi, in spazi mediatici angusti e spesso indegni,
tanto che qualcuno finì per rendersi ridicolo, tentando di adeguarsi alle nuove
tendenze, auto flagellando se stesso e le proprie canzoni realizzando improbabili
rivisitazioni di esse in chiave beat o rock.
Flo preferì continuare a cantare come sapeva e soprattutto come “sentiva” e accettò,
nel 1963, nonostante fosse sposata da otto anni con uno dei beniamini del pubblico,
Natalino Otto, e da questo matrimonio fosse già nata Silvia, l’invito a trasferirsi negli
Stati Uniti per una tournée che visto l’enorme successo si protrasse sino al 1967.
Al suo ritorno trova uno scenario musicale ancora una volta totalmente cambiato.
L’italia canora stava già “bruciando” Rita Pavone e Gianni Morandi, per sostituirli
con gli emergenti complessi, nati sulla scia dello straripante successo mondiale dei
Beatles.
Tajoli cantava le proprie canzoni in stile rock, Claudio Villa aveva impostato la
propria voce da tenore e girava il mondo, perché in Italia era difficile inserirsi. Quasi
tutte le sue colleghe di un tempo avevano lasciato l’attività o la proseguivano in tono
minore, accontentandosi di piccoli ingaggi nelle tante balere della penisola.
Coraggiosamente Flo accettò di partecipare al “Disco per l’estate” di quell’anno.
Peraltro, il primo concorso televisivo dopo il drammatico Sanremo legato alla morte
del cantautore Luigi Tenco. Infatti le giurie premiarono (sic in modo postumo…
come quasi sempre avviene in Italia) proprio il bravo cantautore genovese (di
adozione) facendo vincere una sua canzone “Se stasera sono qui” magistralmente
interpretata dall'esile, ma coinvolgente voce di Wilma Goich. Flo però, diede ancora
una volta prova della sua magistrale tecnica e duttilità vocale e interpretativa. Per lei
il tempo sembrava non essere passato, ma ovviamente quell’anno i riflettori di questa
manifestazione erano tutti puntati da un’altra parte.
Nel 1969, dopo la prematura scomparsa di Natalino Otto, decise di sospendere
volontariamente la propria vicenda artistica per dedicarsi ad altri interessi, che le
consentirono di stare più vicino alla famiglia. Tuttavia si ricordano di lei molte
apparizioni televisive tra cui un programma del 1993 condotto da Gianni Minà,
prodotto proprio dalla figlia Silvia e le immancabili ospitate nei tanti show
confezionati da Paolo Limiti. Dal 1994 al 1995 la ricordiamo anche nel ruolo di
madre di Gianfranco D’Angelo in uno spettacolo musicale firmato da Pietro Garinei
“Gli uomini sono tutti bambini”.