Museo Virtuale del Disco e dello Spettacolo
Radio Il Discobolo
Fred Buscaglione 40 anni dopo
ROMA- Mattina del 4 febbraio 1960. Ore 6.20 Ferdinando Buscaglione, meglio
conosciuto con il nome d’arte di "Fred" a bordo della sua Ford Thunderbird rosa,
targata Torino 286788, viaggia veloce attraverso le strade deserte del quartiere
romano dei Parioli. È tardissimo; alle nove è convocato all’istituto Luce per terminare
un Carosello e controllare le ultime fasi dell’appena terminato prossimo film di cui è
protagonista insieme al principe de Curtis, Totò, "Noi duri". Alla mezzanotte di
quello stesso giorno deve esibirsi alla festa privata di una importante associazione
vinicola, ad Asti, in Piemonte.
Fred guida con il finestrino abbassato. Proviene da via Paesiello e si dirige verso via
Bertolini, per chi giunge da Viale Margherita è impossibile non vederlo. La morte,
incarnata in un autocarro Lancia Esatau carico di porfido, condotto da Bruno Ferretti
di anni 24, lo aspetta all’incrocio con Viale Rossini. L’urto è micidiale.
La Thunderbird, investita sulla fiancata destra fra la portiera ed il cofano è
scaraventata dal centro dell’incrocio a ridosso del marciapiede prospicente Villa
Torriani, residenza ufficiale dell’ambasciatore
degli Stati uniti in Italia, dove batte contro un
pilone della luce. Fred, quasi sbalzato fuori
l’abitacolo batte la testa contro il pilone stesso e
viene ricacciato dentro…
La sera di martedì 3 febbraio, una lunga sera come
tante iniziata all’hotel Rivoli, dove vive, con
l’amico paroliere e giornalista Mario Pogliotti,
torinese pure lui, fresco di una nuova e già
fruttifera collaborazione con Buscaglione. Fred
accoglie l’amico festosamente e gli mostra
orgoglioso il suo più recente acquisto, una pianola elettrica che gli permetterà, dice
lui, di comporre anche in albergo. Buscaglione intrattiene Pogliotti suonandogli una
inconsueta versione della Messa in Si minore di J.S. Bach mentre l’amico lo invita ad
affrettarsi. L’artista spegne lo strumento si infila il paltò , si tira dietro la porta della
"singola con bagno", scende alla reception, saluta tutti e si incammina nella fredda
notte romana con Mario. Prima fermata: la taverna degli artisti di Via Margutta.
Arrivati alla Taverna una giovane attrice danese, Hanna Rasmussen, scesa a Roma a
cercar fortuna a Cinecittà, corteggia apertamente Fred Buscaglione, la ha conosciuta
qualche giorno prima , un po’ per lei, un po’ per tutti, non si lascia scappare
l’occasione e riparte con il suo show personale che piace tanto a chi lo circonda,
calandosi di nuovo nei panni dei suoi personaggi. Fa gli occhi feroci, inarca le
sopracciglia, ride muovendo solo il labbro inferiore, ghigna mostrando i canini, da
buon duro ordina un wiskey. Sarà l’unico della serata, e intanto versa agli amici che
lo circondano grandi bicchieri di Chianti. È chiaro che per la ragazza ci sono poche
chance di accaparrarsi il maestro.
I due amici scalpitano perché la sosta si sta facendo meno breve del previsto e sono in
ritardo. Si ha, infatti, da dirigersi veloci a la ben più famosa Rupe Tarpea di Via
Veneto, uno dei luoghi preferiti della vita notturna della capitale, ed un motivo serio
c’è: si esibisce lì per la prima volta l’orchestra di Paolo Zavallone, ex pianista del
gruppo del nostro, gli Asternovas, e Fred vuole sostenere l’esordio dell’amico
musicista. Terminato lo spettacolo Zavallone e gli altri orchestrali si uniscono a Fred
e la tavolata si anima: è già passata da un po’ la mezzanotte, ma si decide ugualmente
per una spaghettata all'Air Terminal dell'Alitalia, un luogo famoso per i suoi piatti a
tarda notte. È o non è La Dolce Vita, dopotutto?
Fred e soci giungono all’ Air Terminal che sono le tre e anche lì la serata è tutta loro.
Si beve, si mangia e si scherza: molte battute e discorsi di musica, qualcuno di calcio.
Chi parla di donne è fischiato sonoramente dagli altri. Sono le quattro e la compagnia
inizia a salutarsi. Zavallone e gruppo saranno lasciano Buscaglione sul marciapiede
dell’Air Terminal che, sigaretta accesa, ancora parla del più e del meno con qualcuno
dell’entourage del gruppo. Una nebbiolina fredda e inusuale per la capitale è intanto
scesa giù.
È a questo punto che inizia la vera avventura dell’ultima notte di Fred Buscaglione su
questo pianeta: che cosa accadde a quel punto? Dove andò Fred? Chi incontrò Fred?
Perché un buco di più di novanta minuti circa fra i saluti all’Air Terminal e
l’incidente?
Buscaglione, pochi mesi prima, all’inizio dell’estate del 1959 si era formalmente
separato dalla moglie eritrea, la giovanissima Fatima Robin, sua partner artistica e
altra voce dell’orchestra. C’erano stati diverbi privati: Fatima era gelosa, il marito
diceva che non poteva e non doveva permetterselo, quello era lui, quella la sua vita,
il suo personaggio, quello del duro non poteva saltare gambe all’aria per via di una
"perfetta" e "compita" vita domestica familiare "all’italiana". Lei, poi, voleva forse
essere la star e il successo di Buscaglione proprio non le andava giù. E qualche volta,
impaurito dalla enorme accelerazione della sua vita venne sentito dire " Ho paura. E
se non dovesse andare sempre così?" …Dal giugno 1959 al 4 febbraio 1960 la sua
vita privata segna alcuni incontri che la stampa scandalistica dell’epoca ingrandisce,
primo fra tutti quello con la avvenente Scilla Gabel, la sigaraia del film "Noi Duri"
una storia che nessuno smentisce né conferma. La Gabel non è però che una variabile
nel nuovo percorso della vita sentimentale di Buscaglione: solo 2 settimane prima, a
Firenze, Fred ha rivisto Fatima, che si esibisce nel capoluogo toscano fino alla metà
di febbraio. I due hanno passato tutto il tempo disponibile insieme, il portiere
dell’hotel della signora Robim afferma che l’ex marito sia stato fatto salire in
camera… forse fra i due si potrebbe pensare a un riavvicinamento. Ma, fra gli
impegni di lui e quelli di lei, si decide di aspettare ancora un po’ di tempo, almeno
fino a che lei non sarà tornata in città, nella capitale.
La verità però, si dice negli ambienti del cinema a Roma, è un’altra: anche se la
notizia del riavvicinamento con Fatima è arrivato fino a Cinecittà pare che l’autore di
"Whisky facile" da qualche mese, per dirla come le sue canzoni, si sia preso una
imbarcata per Anita Ekberg, la protagonista de La Dolce Vita, e chi ne parla sembra
sapere cosa dice… Salutati gli amici all’Air terminal dell’Alitalia, Fred spinge la sua
Ford Thunderbird Rosa verso l’Hotel Rivoli, quartiere Parioli, per l’appunto… Ma
certo, i Parioli! Il quartiere dove vive Anita…
Fred attraversa Roma di notte e giunge a casa di Anita, forse annunciandole prima la
sua visita . Lì, fatto salire, forse controvoglia, litiga con la umorale Ekberg per
ripartire poi alla volta dell’Hotel incazzato, amareggiato, assonnato, annoiato e
preoccupato di mille cose, prima fra tutte la stancante giornata che lo attende. Adesso
sono le 5,30. Buscaglione ha salutato gli amici novanta minuti prima…
Buscaglione oggi ci appare come un artista puro, incontaminato, paragonabile solo ai
grandi, compianti, di quell'anno: Mario Riva, il presentatore del famoso gioco TV il
Musichiere, Fausto Coppi, il grande asso del ciclismo di allora. L'epoca d’oro di Fred
Buscaglione, quella esplosa in tutto il mondo pochi mesi dopo quel tragico 4 febbraio
1960, quella suggellata da Mastroianni e la Ekberg in "LA DOLCE VITA" di
Federico Fellini, è diventata nel corso del tempo un riferimento attuale, costante,
ripetutamente chiamato in causa, simbolo a tutti costi cercato di un divertimento
effimero che non potrà mai eguagliare quel gusto del "ruspante" e del "contadinesco"
che caratterizzò i mattatori di quei giorni come il nostro caro amico Fred, torinese,
necessitante di un buon alka seltzer più che di un facile bicchiere di whisky,
innamorato di una donna, e di una sola, al punto da cercarne e sfuggirne tante altre...
Restano le canzoni, gli arrangiamenti ancora moderni, una scrittura nuova per
l’epoca, il rispetto di tutti, l’invidia di chi ben sa ancora oggi che artisti con le idee
così chiare ne nascono sempre più raramente.
Insomma, rimane quel che serve a ricordare un grande artista, il resto, l’inutile, il
superfluo, se è andato con lui. E quaranta anni dopo avere un posto nella memoria
collettiva anche solo per il tempo di una sigaretta è cosa non da poco: quanti artisti di
oggi potranno anelare a tanto?
Da Ernesto De Pascale, Fred Buscagliene quarant’anni dopo.