Il Discobolo
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Museo Virtuale del Disco
Cristina Jorio
Cristina Jorio nasce a Rosetta di Fusignano il 10 maggio 1928; il padre lavorava alla
zuccherificio Eridania di Mezzano, la madre era sarta. Dopo pochi anni la famiglia si
trasferisce a Fusignano. Il suo vero cognome era Tavolazzi, Jorio è il cognome del
primo marito Eugenio, un lughese con cui si era fidanzata in quei primi anni ‘50 e che
suonava il sax-clarino con l'orchestra di Pippo Staffa, dove anche Cristina cantava.
Incoraggiata dal padre che era amante dell’opera e che aveva una bellissima voce con
cui si esibiva in casa, Cristina fu mandata a 16 anni a scuola di canto lirico presso la
maestra Tina Brini di Lugo. Terza di sette fratelli, di cui due più piccoli di lei
morirono tragicamente durante la guerra, si trovò nell’immediato dopoguerra quasi
ventenne a vivere con la famiglia in una casa popolare del piccolo paese. Qui con la
sorella Giuliana ascoltava alla radio i cantanti americani Frank Sinatra e Nat King
Cole e divenne appassionata di jazz. Accompagnava l’ascolto delle canzoni con la
sua voce. La sorella, capendo che Cristina aveva una dote particolare, la iscrisse a sua
insaputa a un concorso canoro che si svolgeva a Ravenna al Teatro Alighieri, dove la
portò dicendole che era solo una prova di audizione. Cristina vinse quel concorso e da
lì iniziò a cantare in pubblico. Infatti la troviamo in una foto d’epoca (forse 1950) alla
Grotta Verde di Marina di Ravenna a cantare con l’Orchestra Astoria dove conobbe
Eugenio Jorio con cui si fidanzò e da cui prese anche il nome d’arte che la rese
famosa: Cristina Jorio. Dopo aver vinto vari altri concorsi entrò nell’orchestra di
Pippo Staffa con cui continuò a cantare nelle sale da ballo. Nel 1956 durante una
serata al dancing Miramare di Bellaria fu vista dal maestro Giovanni D'Anzi che la
invitò a una audizione presso la casa discografica “La Voce del Padrone”.
Cantò “Johnny Guitar” ed ebbe subito un contratto. Da lì iniziò la sua intensa se pur
breve carriera artistica. Nel 1957 partecipò al secondo ‘Giro della Supercanzone’
(che diventò poi il Cantagiro). Qui incontrò Adriano Celentano che si presentò
all’organizzatore col suo complesso e suonò un brano rock. Questi rimase perplesso e
non sapeva se farlo partecipare alla manifestazione o no ; Cristina gli disse “Questo
ragazzo qui avrà un successo da morire… lo prenda!” Così anche Celentano ent
nella barca del “Giro della Supercanzone”. Cristina e Adriano diventarono grandi
amici.
Il successo più importante lo ebbe quando partecipò alla finale del Festival di
Sanremo con la canzone “Mille volte”, cantata anche da Tonina Torrielli. Arrivò
nona.
Era l’anno 1958 in cui vinse Domenico Modugno con “Nel blu dipinto di blu”: stava
per scoppiare l’era dei cantanti ‘urlatori’ e per i ‘melodici’ iniziò il periodo di
crisi.Modugno a parte, comunque, vocalmente, le rivelazioni di quell’edizione furono
lei e Johnny Dorelli, come evidenziarono tutti giornali. Da lì in poi Cristina ebbe tre
anni di grande successo. Entrò a far parte dei cantanti della Rai e diventò una
presenza fissa nella trasmissione ‘Il motivo in maschera’ condotto da Mike
Bongiorno. Partecipò a vari concorsi vinse con Dorelli il "Burlamacco d’oro", con
Modugno “Il microfono d'argento" e un “Disco d’oro”. Fu protagonista di alcuni
fotoromanzi a puntate pubblicati dalla rivista ‘Il Campione’, in uno dei quali recitò al
fianco del campione di ciclismo Antonio Maspes.
Le sue foto erano spesso sulle copertine dei settimanali popolari dell'epoca. Partecipò
in TV a trasmissioni con Mike Bongiorno, a “Un due… tre” con Tognazzi e Vianello,
e a una serata di gala al Teatro Lirico di Milano con Tony Dallara e Adriano
Celentano. Verso gli inizi degli anni '60 lasciò il mondo del palcoscenico, prevedendo
il declino della canzone melodica e si ritirò a vita privata stabilendosi definitivamente
a Milano col compagno della sua vita, dopo la separazione dal primo marito.
Nella sua carriera ha inciso oltre 100 dischi.
Dall’inizio degli anni ’90 si è trasferita ad Alfonsine, dove vive in una bella villetta a
schiera.
Nel 1990 perse il compagno della sua vita con cui conviveva fin dai primi anni ’60.
Fu in quel triste giorno che decise di stabilirsi ad Alfonsine, dove aveva una sorella a
cui appoggiarsi, e qui diede sepoltura al proprio compagno.
Sul perché sia tornata a vivere ad Alfonsine risponde così: “Non è solo un tentativo di
ritrovare le mie radici, ma anche brandelli di un’adolescenza ferita e una ricerca di
cortili irrimediabilmente smarriti”
Chissà se Alfonsine le abbia saputo dare ciò che cercava.
Di sicuro è rimasta un persona eccezionale, gradevole da conoscere, di aspetto ancora
piacevole, giovane dentro, insomma Cristina dà l’idea che quella ragazzina semplice,
onesta, coraggiosa che seppe destreggiarsi in un mondo dello spettacolo così
complesso come già era a quei tempi, che seppe buttarsi in un’impresa importante
senza paracadute, rimasta intatta nel cuore e nello spirito, spontanea e genuina, e con
tanta energia e voglia di vivere.
(Biografia tratta dal sito
http://alfonsinemonamour.racine.ra.it/alfonsine/Alfonsine/mon-amour.htm)