Aldo e Nuccia al microfono
Incisioni scelte e presentate dal curatore della mostra
CANTO DELLA NOSTALGIA (Rosen – Bertini)
con il Trio Vocale Lescano
Orchestra CETRA diretta dal M° Pippo Barzizza
Una canzone al ritmo di tango con vaghi richiami esotici. Lo scenario descritto si avvicina a quella che era considerata,
nell’immaginario collettivo del tempo, l’atmosfera delle isole Hawaii. Nonostante ciò, l’arrangiamento di Barzizza è assolutamente
autarchico nella maggior parte del pezzo: la fisarmonica e la sezione archi la fanno da padrone in un arrangiamento in perfetto stile anni ‘30.
Unico elemento che ricollega questo pezzo al filone delle canzoni di ispirazione hawaiana è l’assolo di chitarra di Aldo Tonini che compare,
del tutto inaspettato, nell’ultimo mezzo minuto della registrazione. Il primo ritornello, assegnato al Trio Lescano, eseguito dalle sorelle olandesi
con una precisione magistrale. Molto interessante e suggestivo è il controcanto di Caterinetta che movimenta e impreziosisce il breve intervento
delle sorelle. Nuccia
Natali esegue tutto il brano con la sua solita freschezza e precisione vocale.
CUORI DI LEGNO (Bonelli
– Fouchè)
con il Quartetto vocale Cetra
Orchestra CETRA diretta dal M° Pippo Barzizza
Un delizioso fox-marcia, Molto suggestivi, nell’arrangiamento, gli scambi fra la sezione fiati e gli archi. È noto che negli arrangiamenti di Barzizza
era abbastanza comune che alcuni strumenti supportassero in sottofondo la linea melodica durante l’esecuzione vocale: in questo caso,
il ruolo di supporto viene assegnato agli archi. La canzone è una graziosa favoletta dai toni frizzanti. Racconta della storia d’amore sbocciata
in un teatrino fra due burattini, un trombettiere e una regina. Il Quartetto vocale Cetra, formazione alquanto misteriosa di cui probabilmente
faceva parte il M° Egidio Storaci, non ha mai eccelso per particolare precisione vocale. Eppure, in quest’incisione, nonostante la lead voice
non riesca perfettamente ad imporsi sulle altre voci, l’esecuzione dei quattro artisti risulta gradevole e abbastanza precisa. Nuccia Natali
non è al massimo della sua forma. Nonostante ciò, si dimostra l’interprete ideale di questo pezzo dagli evidenti richiami operettistici.
Nel complesso, si tratta di un’incisione deliziosa e di buon
interesse collezionistico.
AMARSI QUANDO PIOVE (De Sica – Frustaci – Cherubini)
dal film: Hanno rapito un uomo
con Enzo Aita e il Quartetto vocale Cetra
Orchestra CETRA diretta dal M° Pippo Barzizza
Non poteva assolutamente mancare in questa pagina quello che, a mio avviso, è uno fra i pezzi più belli incisi da Nuccia Natali.
La canzone, composta da Pasquale Frustaci con testo di Bixio Cherubini e del poliedrico Vittorio De Sica, è un po’ la Singing in the rain italiana.
Appartiene a quel fortunato filone di canzoni sulla pioggia di cui fanno parte altri successi come Camminando sotto la pioggia (anche questa di Frustaci)
e la deliziosa C’è il sole nel mio cuore. Nonostante risultino evidenti le intenzioni innocenti della canzone, ci sono state non poche osservazioni riguardo
alla strana storia che viene raccontata: una lettura maliziosa potrebbe vedere nel personaggio principale un pervertito che aspetta la pioggia per adescare
le povere donne che, sorprese dal temporale senza ombrello, cercano disperatamente riparo.
Noi, che siamo spiriti innocenti, preferiamo la lettura romantica suggerita dal titolo.
IL BACIO
(Arditi – Aldighieri)
Orchestra CETRA diretta dal M° Pippo Barzizza
Il Bacio è una celeberrima canzone valzer scritta da Luigi Arditi con testo di Gottardo Aldighieri, dedicata dall’autore alla celebre soprano
Marietta Piccolomini e la cui musica fu composta nel 1860. Nuccia Natali sfoggia in questo pezzo tutte le sue doti vocali. Soprattutto
nei vocalizzi finali, ci possiamo rendere conto dell’estensione vocale, della precisione e dell’ottima tecnica possedute dall’artista.
Proprio grazie all’ottima esecuzione che la Natali ne faceva, Il Bacio divenne per molto tempo il suo brano-biglietto da visita.
SILENZIOSO SLOW (Bracchi – D’Anzi)
Orchestra CETRA diretta dal M° Pippo Barzizza
Silenzioso Slow è senza ombra di dubbio uno dei pezzi più iconici degli ani ‘40. Appena fu pubblicata, ottenne un grandioso successo grazie al motivo
particolarmente orecchiabile e alle parole semplici. Pensare che la CETRA la fece incidere in ben quattro versioni differenti: l’incisione di Rabagliati
uscì su dischi CETRA (IT692), poi vennero pubblicate su dischi Parlophon nell’ordine l’esecuzione di Michele Montanari (GP93028),
quella di Nuccia Natali (GP93054) e, infine, quella passata alla storia cantata da Norma Bruni (GP93081). La versione di Nuccia Natali
è molto bella e delicata, anche se cantata sempre con uno stile decisamente operettistico, appartenente ad una fase che ormai la canzone italiana
si stava lasciando alle spalle: siamo nel 1940, i gusti stanno lentamente cambiando e con l’avvento dei cantanti di nuova generazione
(come Aldo Donà e la già citata Norma Bruni), tenderanno a imporsi nuove voci più basse ed intimiste a scapito delle voci liricheggianti
che avevano capeggiato per tutti gli anni ’30. L’arrangiamento di Pippo Barzizza è incontestabilmente in perfetto stile anni ’40 e ricorda
le dolci atmosfere del cinema dei telefoni bianchi. Da notare che in questa versione, come in quella di Michele Montanari,
gli interpreti eseguono la bellissima strofa, ai più sconosciuta in quanto nelle versioni maggiormente diffuse (come in quella della Bruni) non viene cantata.
MADONNA MALINCONIA
(Bracchi – Cergoli)
Orchestra CETRA diretta dal M° Pippo Barzizza
Questa è l’incisione con cui Nuccia Natali rientra sul mercato discografico nel 1941, dopo un anno di assenza.
L’abbiamo lasciata con Silenzioso Slow e qui la ritroviamo decisamente cambiata. Una Nuccia Natali più moderna, meno strillante,
al passo con i tempi. Anche l’orchestra Barzizza si presenta in una veste decisamente più moderna, molto più vicina alle sonorità americane,
in particolare a quelle dell’orchestra di Glenn Miller. E, come più volte osservato dall’amico Paolo Piccardo, è proprio da Indian Summer
dell’orchestra di Miller che Barzizza copia conformemente l’introduzione e il finale di questo capolavoro di leggerezza firmato
da Guido Cergoli e Alfredo Bracchi. Anche Alberto Rabagliati ne registrerà una versione con Barzizza (CETRA DC4049)
CANTA LO SCIATORE (Cherubini – Bixio)
dal film: La signorina dell’autobus
Jazz Orchestra Semprini
Siamo a cavallo fra il 1933 e il 1934 quando Masseglia inizia ad incidere un’interessante serie di dischi per la Fonit. L’interesse sta soprattutto
nella grande modernità della sua voce, del tutto atipica per l’epoca. Al suo stile si avvicinavano soltanto un debuttante Angelo Servida
e i due fratelli calabresi Miscel e Gabrè. Il panorama musicale era governato da voci impostate come quelle di Crivel, Orlandis e Latilla.
Molto particolare questa Jazz Orchestra diretta da Alberto Semprini. Tipico dell’epoca, notiamo il basso tuba che cadenza il ritmo
(ruolo che in seguito verrà preso dal contrabbasso). Quello in questione è un bellissimo arrangiamento, in linea con lo stile dell’epoca e brillantemente eseguito.
Rispetto all’orchestra di Raffaele Stocchetti che nello stesso periodo incideva pezzi molto simili, notiamo in questo ensemble una maggiore dinamica.
Da notare che Masseglia sembra
aver già perfettamente sviluppato lo stile vocale che manterrà fino alle
incisioni del 1938.
Ù
VOGLIO
DA TE UNA FOTO
(Benes – Ramo)
con Meme Bianchi
Orchestra diretta dal M° Mario Mariotti
Quando nel 1935 Masseglia firma un contratto con la Odeon, nell’organico della celebre etichetta milanese era attiva già da un anno
Meme Bianchi, classe 1907, raffinata interprete di canzoni dotata di una bella voce di mezzosoprano. Come Masseglia,
la Bianchi proveniva dagli ambienti della Fonit ed era già ben conosciuta nel panorama musicale milanese.
Sposata con il maestro Mariotti che, prima dell’assunzione di Ceragioli sul finire degli anni ’30, dirigeva l’orchestra nella maggior parte
delle incisioni marcate Odeon, ebbe modo di incidere sin da subito un gran numero di pezzi. Dopo essersi fatta conoscere
a livello internazionale con alcune tournée, raggiunge la massima notorietà quando, nel 1936, viene scritturata dall’EIAR
per l’interpretazione di alcune operette ma, soprattutto, per rivestire il ruolo di Greta Garbo nella celebre rivista radiofonica
I Quattro Moschettieri di Nizza e Morbelli. Considerata la particolarità del timbro vocale dei due interpreti, il maestro Mariotti
volle far incidere al duo Bianchi e Masseglia un discreto numero di facciate di cui la più celebre resta senza dubbio Ciribiribin (GO17771).
Eppure, a mio avviso, il loro duetto più carino è questa Voglio da te una foto, versione italiana con testo di Ramo
della tedesca Ich möcht' von dir ein Photo dall’operetta Auf der grüner wiese che porta la firma di Jàra Benes.
Il
brano ottenne un discreto successo in Italia e venne inciso anche da Nunzio Filogamo con Nina Canonico Artuffo
e da Renzo Mori con Pina Granata.
IL
PICCOLO GENERALE SI È ADDORMENTATO (Kennedy – Carr – Avanzi)
con il Trio vocale Lescano
Orchestra CETRA diretta dal M° Pippo Barzizza
Il Trio Lescano aveva già inciso questa canzone marcia con il titolo originale The General’s fast asleep in una versione interamente in scat.
Eppure, questa seconda versione risulta nettamente migliore, grazie al contributo di Masseglia. L’interprete si rivela infatti dotato di grande ritmica,
cadenzando alla perfezione il ritmo e impreziosendolo con la sua voce allo stesso tempo semplice e squillante, lineare e incisiva.
Senza dubbio, questa sua familiarità con le canzoni-marcia si era sviluppata nella lunga esperienza di incisione di inni e marce di regime
che Masseglia aveva avuto alla Odeon. Molto carino è il testo della canzone, anche se poco chiaro è se si tratti di un’ironica critica
all’inefficienza delle truppe o sia, più semplicemente, un brano appartenente al filone dei “soldatini di stagno”, di cui fanno parte tutte
quelle canzoni che paragonano la guerra ad un
gioco fra bambini (Piccolo caporale
di Gilberto Mazzi, Piccolo capitano
di Carlastella ecc.).
SOLCHIAMO
IL MARE (Berlin – Lulli)
dal film: Seguendo la flotta
Orchestra CETRA diretta dal M° Pippo Barzizza
Ecco un’allegra marcetta che porta la prestigiosa firma di Irving Berlin. Il brano, tratto dalla pellicola del 1936 Follow the fleet in cui
a cantarlo era Fred Astaire, si intitola We saw the sea. Scrivendo il testo italiano, Lulli ne mantiene pressoché intatte le intenzioni originali,
facendone un simpatico elogio della marina. La voce ritmata e squillante di Aldo Masseglia, che abbiamo già ampiamente elogiato,
si sposa alla perfezione con il brano ed il risultato finale è decisamente felice. L’arrangiamento di Barzizza si mantiene anch’esso
abbastanza fedele
all’originale del film, a conferma della stima e della fiducia che il maestro
ligure nutriva nei confronti dei musicisti d’oltreoceano.
PICCOLA
ROSY (Mariotti – Rastelli – Panzeri)
con accompagnamento del duo chitarristico Saverio Seracini
– Michele Ortuso
Nel 1938, Michele Ortuso e Saverio Seracini formano un duo chitarristico col quale accompagnano diverse esecuzioni di canzoni.
La più nota di tutte è Francescamaria (GP92668) cantata da Aldo Masseglia con il Quartetto vocale Cetra.
Molto bella e intimista è anche L’ora d’amare (GP92680) incisa dagli stessi artisti. Eppure, quella che a mio avviso
è la più riuscita per leggerezza e graziosità è l’incisione in questione, Piccola Rosy. Non si tratta di una canzone di particolare pregio artistico,
eppure la semplicità di interpretazione e la linearità della melodia la rendono una vera e propria perla. Masseglia
canta a mezza voce, intuizione che rende l’esecuzione molto più interessante, e lo fa mantenendo una buona intonazione
e una discreta precisione (caratteristiche, ahimè, non ripetute nella Francescamaria incisa sull’altro lato del disco).
Il duo chitarristico si destreggia in un’interpretazione carica di sfumature jazzistiche di alto livello: la ritmica è perfetta,
la melodia di accompagnamento le si sposa alla perfezione. Nel complesso, potremmo annoverare quest’incisione
fra i capolavori del Jazz italiano. Unica pecca: il testo di Panzeri, decisamente banale e totalmente privo di originalità;
sembra quasi che faccia
il verso a Come facette
mammata.
VALZER
DELLA FORTUNA
(Mari – Di Lazzaro)
Orchestra Villa D’Este diretta dal M° Malatesta
Nel 1940, Masseglia è uno fra i primi artisti di musica leggera ad incidere per la filiale italiana della tedesca Telefunken.
Negli anni successivi, l’etichetta diventerà decisamente interessante caratterizzandosi per incisioni dal taglio jazzistico
ad opera dei migliori artisti del milanese. Fino ad allora, invece, si era distinta per la pubblicazione di musica classica di alta qualità.
Il brano in questione è ormai un evergreen della musica italiana. Dai microfoni del’EIAR lo trasmettevano
Dea Garbaccio e Alfredo Clerici in uno dei loro celebri duetti, ma l’aveva incisa su dischi CETRA anche Alberto Rabagliati,
con risultati mediocri. In quest’incisione, Masseglia canta quasi in mezza voce, forse nel tentativo di avvicinarsi ai gusti dell’epoca
che preferivano voci come quella di Carlo Moreno e Vittorio Belleli. L’arrangiamento è molto bello,
ben interpretato dall’orchestra Villa d’Este diretta da Malatesta.
Il coro a bocca chiusa di un gradevole trio vocale maschile impreziosisce il tutto riprendendo il ritornello.
Sebbene Masseglia abbia inciso varie facciate per la Telefunken, questi dischi sono di difficile reperibilità.
Rappresentano quindi una golosità per i collezionisti, anche perché alcune di queste facciate contengono inni e marce di regime che,
come già detto, Masseglia interpretava davvero molto bene.