Mentre in
America, sta esplodendo il rock'n'roll con Bill Haley, Chuck
Berry, Little Richard e l'astro nascente Elvis Presley, in
Italia il 1956 è, musicalmente parlando, l'anno in cui il
Festival di Sanremo comincia a distinguersi come evento
discografico.
La televisione ha cominciato a riprenderlo dall'anno prima, e il
divismo, con la divisione del pubblico in fazioni che tifano per
Nilla Pizzi, Claudio Villa o i loro rivali, è un fenomeno in
piena ascesa. Ma chi aspetta il Festival per vedere i propri
beniamini riceve un duro colpo: tra Rai e case discografiche
esplode la tensione (mai del tutto rientrata…) per il controllo
della gara e la scelta dei partecipanti. Con un colpo di
mano, l'ente di Stato decide di fare a meno dei discografici e
lancia un concorso per voci nuove, cui si iscrivono 6.446
aspiranti cantanti. Le selezioni ne
premiano sei, che interpreteranno tutti i brani in gara con
un'orchestra a sua volta diretta da debuttanti, i maestri Gian
Stellari e George Melachrino.
Tra tutti questi volti nuovi, uno solo diventerà veramente
popolare - anche più di quello della 21enne vincitrice, Franca
Raimondi ('Aprite le finestre'). L'unica star del
sesto Festival sarà infatti l'antidiva Tonina Torrielli,
soprannominata la "caramellaia di Novi Ligure" perché lavorava
in una fabbrica di dolciumi. La cosa venne
tra l'altro sottolineata da un'iniziativa promozionale
ante-litteram: durante la sua esibizione, vengono distribuite
caramelle al pubblico ("Non ero stata avvertita, e rimasi molto
stupita").
Personaggio ideale per quella parte di italiani felice quando il
successo premi le persone semplici e schive (e in un certo
senso, anticipatrice dei successi di Orietta Berti), la
Torrielli ha recentemente ammesso: "Il pubblico si identificò in
me, mi ha voluto bene forse perché ero timida, forse perché ero
nata da una famiglia modesta: padre operaio, madre casalinga.
Dopo le
elementari andai in fabbrica a miscelare le essenze delle
caramelle. Siccome avevo
una bella voce, la fabbrica mi offrì la possibilità di cantare
nella corale, poi qualcuno mi iscrisse al concorso per
debuttanti Rai… Ricordo la paura di quei giorni: mi licenziai
con grande tormento. I proprietari però mi consolarono: se non
avessi avuto fortuna mi avrebbero riassunta". (da "La Stampa -
Sanremo 50")
Il brano, uno slow con una melodia a presa immediata e un testo
per certi aspetti in sottile contrasto con la canzonettistica
corrente ("Mi piace tanto baciarti, ma non mi sento di giurarti
eterno amore") porta le firme di Panzeri e Mascheroni,
accoppiata forte del successo travolgente di 'Casetta in Canadà'
(1952). Ottenuta la
seconda posizione, arriva al secondo posto anche in hit-parade.
Il bilancio
finale comunque è positivo per la sola Torrielli: la Rai, di
fronte alle scarse vendite dei dischi incisi dai "volti nuovi",
decide di tornare sui suoi passi e realizzare il Festival
successivo di concerto con le case discografiche. Anzi, poco
dopo la kermesse organizzerà una serata "riparatrice" con i
leoni di Sanremo, con Claudio Villa e Nilla Pizzi - quest'ultima
ne approfitterà per lanciare la propria versione di 'Amami se
vuoi', che otterrà un notevole successo in Spagna.
(Mascheroni - Panzeri)
Orchestra ARCOBALENO diretta dal M°. GIAN STELLARI
SANREMO 1956
Da supporto 78 giri CETRA N.Catalogo
DC 6464
N.Matrice
12487 Incisa il 28 Febbraio
1956 ANNO 1956