(Mascheroni - Panzeri)
Orchestra diretta dal M°.PIERO SOFFICI
Edizioni: MASCHERONI - Milano
Da supporto 45 giri PHILIPS
N.Catalogo 363 245 PF
N.Matrice AA 363 245.2 F
N.Catalogo 421 817 PE
(E.P di produzione
olandese)
ANNO 1957
Il brano porta la firma di due maestri del
'nonsense': Vittorio Mascheroni e Mario Panzeri, che nel '52 avevano
portato al Festival 'Papaveri e papere', altrettanto proverbiale ed
altrettanto bersagliata dai critici.
Per fare un paio di esempi, ecco Gianni Borgna, in
'La grande evasione' (Savelli): "La canzone narra, a tempo di mambo, di
un tal Martino che costruisce la sua casetta, e di un tal Pinco Panco
che per dispetto la incendia, ed incendia tutte le altre case che con
infinito ottimismo e altrettanta pazienza Martino continua imperterrito
a costruire.
Dove Ë evidente non solo l'elogio della positività
e del decoro piccolo borghesi (nell'aspirazione a una casa tutta per sè,
con fiori, pesciolini rossi ecc.) ma soprattutto l'adesione senza
riserve ai principi dominanti: lavorare sodo senza discutere, tollerare
illimitatamente il sopruso, e via di questo passo".
Ed ecco Emilio Jona, nel libro che ha formato una
generazione di critici musicali ('Le canzoni della cattiva coscienza',
Bompiani, 1964): "Quella dell'uomo protagonista della 'Casetta in Canadà'
è la moderna trascrizione del mito di Sisifo.
Inoltre il fatto che vi siano delle ragazze
disposte ad ammirare la sua paziente quanto ottusa opera di
riscostruzione serve a rassicurarlo su ciò che più gli importa: sulla
sua efficienza sessuale".
Con questo brano Mario Panzeri parve interrompere il suo rapporto con
quelle canzoni disimpegnate caratterizzate da una facile presa sugli
ascoltatori ma da una difficile interpretazione .
Gli anni '60 lo videro firmare sia l'apologia della
ragazza acqua e sapone ('Non ho l'età') che il suo contrario, ovvero il
ringhio del beat ('Nessuno mi può giudicare').
Solo dieci anni dopo, a mo' di sfida, confezionò
per l'allora criticatissima Orietta Berti la sua ultima marcetta, la
canzone da fischiettare "definitiva": 'Fin che la barca va'.