(Bruno - Di Lazzaro)
Orchestra CETRA
diretta dal
M°.TITO PETRALIA
Edizioni MELODI - Milano
Da supporto 78 giri PARLOPHON
N.Catalogo GP
91671
N.Matrice 150894
ANNO 1935
Negli anni '30, di pari passo con la crescente
"romanizzazione" della cultura fascista, la canzone capitolina conosce
un vero e proprio boom.
In particolare nel 1934 vengono pubblicate 'Signora Fortuna', 'Quanto
sei bella Roma' e 'Chitarra romana'. Quest'ultima venne portata a
successo da Carlo Buti, che l'anno successivo avrebbe promesso:
"Faccetta nera, sarai romana".
Era l'interprete ideale per questo brano di Eldo Di
Lazzaro (che due anni dopo avrebbe scritto 'La romanina'); secondo
Gianni Borgna, autore di "Storia della canzone italiana" (Mondadori),
Buti fu "l'eroe dei giovani quartieri periferici delle grandi città o
dei piccoli centri agricoli, i quali, per lo più digiuni di musica
operistica, soddisfacevano così il loro istinto melodrammatico
attraverso un repertorio costantemente in bilico tra i ritrosi amori
paesani e le rissose passioni rionali. (…)
In tutte le canzoni di Buti è sempre presente
un'esplicita contrapposizione tra la campagna e la città.
La campagna equivale sempre all'alba, all'aurora, alla
salute fisica, mentale e morale; la città alla lussuria, alla delusione,
alla perdizione, alle insidie della notte".
Interessante anche come Borgna metta in risalto il
profilo dell'oggetto della delusione d'amore del protagonista della
canzone.
"La fornarina non era che una modella come le
ciociarine che da venditrici di violette sulla scalinata di Trinità dei
Monti s'erano trasformate in vezzose modelle i cui lineamenti si possono
ancor oggi ammirare in tante immagini che ornano le minori chiese
romane. Ma per i romani era sempre l'antica modella che contava; era
sempre la fornarina di Trastevere, vezzosa modella di Raffaello, ad
essere ricordata".
'Chitarra romana' è un indiscusso classico della canzone italiana: la
sua melodia si presta ad arrangiamenti che vanno dal tango fino alle
soglie della romanza (non a caso Luciano Pavarotti ne ha fatto un
cavallo da battaglia delle sue esibizioni), senza trascurare il sapore
di stornello che ha consentito a Lando Fiorini di cogliere uno dei suoi
primi successi: "E' un brano cui devo molto: nel 1972 mi fece vincere un
concorso del Radiocorriere TV e mi consentì di essere conosciuto a
livello nazionale.
Nei giorni successivi i negozi di dischi vennero presi
d'assalto, e anche in tv aumentò lo spazio per le canzoni in dialetto
romanesco".