(Kramer - Panzeri - Rastelli)
Orchestra CETRA
diretta dal M°. PIPPO BARZIZZA
Edizioni : MELODI
Da supporto 78 giri PARLOPHON
N.Catalogo GP 93090 e GP 93093
ANNO 1939/40
Chi fosse il povero
Pippo, non l'ha mai capito bene nessuno. Qualcuno ritenne che a far
ridere tutta la città fosse il segretario del Partito Fascista Achille
Starace, altri, più benevoli, pensarono a un semplice sciocco del
villaggio, ispirato magari dall'omonimo amico di Topolino, le cui
avventure circolavano già da qualche anno in Italia.
Secondo Paolo Limiti,
il Maesto Rastelli svelò che Pippo era il garzone di un negozio
particolarmente goffo.
Ma nel 1962 Gorni
Kramer raccontò: "Era il 1939, ero a Viareggio, dove mi esibivo al
Kursaal. Ma capivo di non ingranare. I giovani volevano jazz e motivi
americani, ma con l'aria che tirava, non sempre li si poteva
accontentare.
Una sera incontrai il
Maestro Pippo Barzizza e mi sfogai con lui. 'Infine, che cosa vuole
tutta questa gente? Io cerco di accontentare gli americanofili e gli
autarchici, i seguaci dello swing e i patiti dei vecchi valzer paesani.
Niente da fare. Che cosa non va?'
Pippo si strinse
nelle spalle. 'E chi lo sa? Io non lo so ma nemmeno voglio saperlo'. E
mi piantò in asso.
Piuttosto deluso,
andai nel mio camerino.
'Pippo non lo sa,
Pippo non lo sa', continuavo a ripetermi.
Le parole, divenute
quasi ossessive, si trasformavano in musica.
Buttai giù le prime
note, poi preso da una specie di smania e lì per lì con i miei colleghi
orchestrammo il motivo.
La musica, eseguita
senza parole, piacque immediatamente.
Ci voleva, forse, per
tirare su gli spiriti piuttosto depressi. Qualche giorno dopo l'Europa
precipitava nel baratro della guerra. Ma a Viareggio, già 'oscurata', si
sentiva fischiare, nelle placide sere settembrine: 'Pippo non lo sa'…"
Anche se sullo spartito veniva presentato come "Foxtrot", il brano
conteneva echi di charleston e parecchio swing: era quanto di più simile
al jazz, difficilmente tollerato dal fascismo. Ma a divi come Natalino
Otto, Alberto Rabagliati e lo stesso Trio Lescano si concedeva, in
effetti, qualche influenza americana: sia Mussolini che Galeazzo Ciano
erano grandi ammiratori delle tre sorelle olandesi - il Duce le invitò a
Palazzo Venezia per conoscerle - anche se ciò non risparmiò loro il
carcere nel 1943, per le origini ebraiche e per un fantasioso sospetto
di spionaggio musicale.
La canzone di Mario Panzeri, Gorni Kramer e Nino Rastelli si è
dimostrata irresistibile per due generazioni di italiani:
quella che ne decretò
il successo nel 1940, grazie all'interpretazione di Silvana Fioresi e
del Trio Lescano,
e quella che nel 1967
la rispedì nelle prime posizioni della hit-parade grazie a Rita Pavone.
Infatti, quasi
trent'anni dopo la prima incisione, la cantante andò al sesto posto in
classifica proponendo "Pippo non lo sa" nella trasmissione per ragazzi
"Chissà chi lo sa".
La sua versione
manteneva le cadenze del charleston, ma introduceva un banjo in stile
dixieland e un trombone che accentuava le caratteristiche di "marcetta".