Emigrare: lasciare il proprio luogo o stato
d'origine per trasferirsi altrove, provvisoriamente o definitivamente.
Il vocabolario che definisce il verbo non lascia trasparire i
sentimenti, le angosce, le speranze, la povertà estrema e la dignità di
quell'enorme flusso umano che tra la fine dell'800 e i primi anni del
900 si imbarcò con il sogno di una vita migliore per riscattarsi da
privazioni e umiliazioni.
Sono famose le lettere raccolte e pubblicate da vari autori, che
testimoniano con forza e sincerità affetti, difficoltà, aspirazioni,
pregi e difetti di una vita quotidiana all’ombra, spesso, di una sorda
nostalgia per la propria terra di origine. Un desiderio intenso e
struggente dei suoi colori, i suoi odori e i suoi sapori, inafferrabili
per una lontananza forzata e non sempre transitoria.
Il sogno di diventare ricchi e importanti, inseguito con ostinazione;
l’impeto del coraggio di lasciare tutto ciò che era noto e caro per
terre sconosciute e lontane, ha reso l’emigrante una figura eroica e
affascinante. Tale da renderlo spesso drammatico protagonista della
storia e della letteratura nonché della cinematografia più impegnata
,che si è sempre mostrata interessata al tema del povero che emigra in
cerca di fortuna o di una vita migliore.
Sul tema dell’emigrazione non poteva certo mancare la musica. Il canto
degli emigranti è un genere musicale che raggiunge il suo massimo
splendore proprio nel primi decenni del ‘900 quando prendono il via le
grandi migrazioni di massa, specialmente di provenienza napoletana.
Melodie spesso struggenti ma costruite anche su generi allegri e a volte
eseguite a ritmo di tarantella, hanno impegnato poeti specializzati in
questo genere come , tra i più noti, Mario Nicolò, poeta e musicista
che, tra Napoli e New York, ha realizzato canzoni di successo come
Ritorno, Napulitane d’America, Stornelli dell’emigrante, e E.A. Mario,
indimenticabile autore de La leggenda del Piave.
Mario può essere considerato senza alcun dubbio l’iniziatore di questo
genere realizzando, nel 1919, l’inno degli emigranti per eccellenza
Santa Lucia luntana. Il brano ebbe un successo immediato e fece il giro
del mondo raggiungendo, oltre l’Europa, l’America, l’Argentina e il
Brasile. Non fu l’unico successo di E.A.Mario: ricordiamo brani
notissimi come Mandulinata ‘e l’emigrante, Cantano l’emigrante, O sole
‘e Napule, Senza Napule, ecc. Grazie ai Canti degli emigranti molti sono
i cantanti che, tra gli anni ‘20 e gli anni ‘30 del secolo scorso, sono
diventati noti al grande pubblico. Soprattutto le donne tra le quali
ricordiamo Gilda Mignonette, la “regina degli emigranti”, Ria Rosa,
Teresa De Matienzo e Laura Colombo, riconosciute all’unanimità “vere
star degli emigranti nel mondo”.
Annalina Ferrante