Ci sono canzoni molto importanti nella storia del costume italiano che
chissà mai per quale motivo sono state consegnate alla memoria
collettiva indissolubilmente legate al nome di un solo interprete.
Forse ciò è avvenuto perchè nei primi anni del cosiddetto "Revival" esse
furono ristampate e riproposte spesso unicamente in una sola
interpretazione.
Forse perchè il cinema, che magari, come in questo caso le aveva
lanciate, le ribadì pervicacemente (anche per la loro più semplice
reperibilità) nella medesima interpretazione presentata dalle suddette
ristampe....o forse....più semplicemente per quella innata e criticabile
pigrizia di molti degli addetti ai lavori, che ritennero fosse cosa
inutile dannarsi più di tanto nella ricerca delle altre versioni.
Fatto sta che di "Ma l'amore no" vero evergreen del periodo bellico più
terribile e cruento legato alla Seconda guerra mondiale, furono
consegnate alla storia unicamente le versioni della grande e
indimenticabile Lina Termini ,ristampata in tutte le raccolte
dedicate agli anni quaranta e qualche volta...ma molto più raramente
quella maschile edita dalla Fonit affidata alla inconfondibile voce di
Giovanni Vallarino.
Eppure il brano,creato dal sapiente estro artistico della inossidabile
coppia D'Anzi e Galdieri, segnò appunto uno dei momenti più tristi e
disperati della nostra nazione e fu interpretato già allora ,e poi
ancora in varie epoche un po' da tutti,oltre che da Alida Valli che per
prima la canto sul grande schermo senza però mai inciderla su disco.
Simultaneamente in casa Cetra oltre che dalla già citata Lina Termini
nientemeno che dal famosissimo Alberto Rabagliati, la cui versione del
1943 era praticamente introvabile sino all'elogiabile e insostituibile
lavoro di ricerca degli amici del sito "www.albertorabagliati.com"
che ancora una volta vi invitiamo a visitare.
Il "Raba" la interpreto nella sua lunghissima carriera addirittura due
volte.
La prima come detto nel lontano 1943 su disco Cetra AA 338 inciso
verosimilmente il 22 Marzo del 1943 accanto accompagnato dalla Orchestra
del Maestro Barzizza con accanto la discreta presenza delle ragazze del
Trio Aurora.
La seconda in età più matura ,nel 1962, quando la inserì in una
rivisitazione di tutti i suoi più grandi successi affidati agli
arrangiamenti a volte un po' spericolati del non ancora famosissimo
jazzista Giorgio Gaslini.
Il disco fu edito su 33 giri Ricordi con numero di catalogo :MRL 6027.
Consultando però il nostro archivio di questa canzone siamo riusciti a
ritrovare almeno altre sedici interpretazioni registrate in varie
epoche, di cui vi pubblichiamo in questa pagina le più curiose e
interessanti.
Da quella d'epoca della bellissima Eva Nova ,qui alle prese con una
delle non moltissime sue incisioni in italiano a quella sempre
personalissima dell'inconfondibile Natalino Otto, per arrivare infine
alle sue molte altre versioni anni sessanta e settanta sicuramente
capeggiate da quella molto interessante, tutta in chiave jazz, della
internazionale Caterina Valente incisa per la Decca nel 1961- 62 (stesso
anno del remake di Rabagliati e infine nel 1969 della amatissima Mina
che inserì il brano in uno dei suoi primi album pubblicati con la sua
etichetta PDU nel 1969.
Insomma...veramente una canzone per tutte le epoche che ancora
recentemente Giuseppe Tornatore utilizzò , propria nella sua versione a
noi più nota, quella di Lina Termini per fare da sottofondo e filo
conduttore al suo piccolo capolavoro "Malena" interpretato da una
conturbante Monica Bellucci.
